TEHERAN – Imparzialità e sincerità sono i capisaldi del giornalismo responsabile, o almeno così ci viene detto. Eppure, per i media occidentali, la palese parzialità a favore di Israele e il loro incrollabile impegno a servire gli interessi del regime, a qualunque costo, non sono mai stati così evidenti.
Dall'ignorare deliberatamente la stragrande maggioranza dei crimini di Israele a Gaza al manipolare spudoratamente i pochi che non possono sopprimere completamente; i media occidentali sono diventati partecipanti attivi nel ripulire un regime che commette atti indicibili contro l'umanità. Questa tendenza vergognosa, un tempo limitata da un briciolo di integrità giornalistica, è ora sprofondata in una vera e propria fabbricazione. Perfino il principio di evitare frequenti bugie sfacciate, un limite davvero basso, è stato abbandonato lo scorso anno.
Dal 7 ottobre 2023, Internet è invaso da storie false su Hamas, palestinesi, libanesi e persino iraniani. Tra queste storie inventate ci sono le affermazioni grottesche secondo cui Hamas avrebbe decapitato bambini israeliani, bombardato l'ospedale arabo di Al-Ahli e utilizzato siti civili come scudi. Ma anche queste storie note potrebbero sembrare logiche in confronto alla pura assurdità di quelle che circolano nelle ultime settimane riguardo alla posizione e alla salute del capo del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC) Quds.
Il generale di brigata Esmail Qaani è stato inizialmente segnalato come ucciso durante l'attacco aereo israeliano su un edificio residenziale nel sud di Beirut, che è costato la vita al segretario generale di Hezbollah Sayyad Hassan Nasrallah il 27 settembre. L'IRGC ha confermato che uno dei suoi comandanti di punta, il generale di brigata Abbas Nilforooshan, è stato anch'egli martirizzato durante l'attacco.
Dopo che i corpi delle vittime dell'assalto israeliano furono recuperati e identificati, i media occidentali si impegnarono in una nuova ondata di disinformazione. Sostenevano che Qaani era stato gravemente ferito nell'attacco ma era riuscito a sopravvivere. Questa fabbricazione fu poi rafforzata dall'affermazione che il comandante della Forza Quds era tornato a Teheran a bordo dell'aereo del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi, che aveva fatto un breve viaggio a Beirut il 4 ottobre.
Quando un alto funzionario dell'IRGC ha finalmente affrontato le voci che circondavano la salute di Qaani, negando categoricamente il suo martirio o le sue ferite, la macchina dei media occidentali è stata costretta a inventare un'altra bugia. Questa volta, la storia fantastica è arrivata dal Middle East Eye, un sito web di notizie con sede nel Regno Unito, finanziato a quanto si dice dal governo del Qatar.
Una giornalista irachena, nota per la sua posizione ostile nei confronti della Resistenza, ha riferito il 10 ottobre che "dieci fonti a Teheran, Beirut e Baghdad" avevano detto a MEE che Qaani era "sotto sorveglianza" e "interrogato" per il suo coinvolgimento nella "breccia dell'intelligence" che ha permesso a Israele di assassinare Nasrallah. Altri organi di informazione hanno fatto un passo avanti nelle loro stravaganti bugie, affermando che il generale Qaani aveva avuto un "infarto" durante l'interrogatorio.
Ma il comandante che era stato dichiarato morto, ferito e arrestato nel giro di sole due settimane, ha fatto un'apparizione pubblica martedì. Qaani si è unito ai suoi colleghi dell'IRGC e ad altri funzionari iraniani alla cerimonia funebre del generale Nilforooshan, apparendo completamente illeso e a suo agio. È stato ripreso mentre pregava in silenzio e conversava con gli altri partecipanti, contraddicendo qualsiasi affermazione avanzata dai media occidentali nei giorni scorsi.
Cosa stanno facendo i media occidentali?
Qaani, come il suo predecessore, il tenente generale Qassem Soleimani, è noto per mantenere un basso profilo, apparendo raramente agli occhi del pubblico o interagendo con i media. Personaggi come lui sono solitamente visti solo alle cerimonie ufficiali a cui partecipano tutti i ranghi dei funzionari iraniani. Quindi, il fatto che i media occidentali abbiano cercato di gettare dubbi sulla sua ubicazione evidenziando la sua "lunga assenza dagli occhi del pubblico" era già ridicolo di per sé.
"Penso che oltre a cercare di demoralizzare le forze della Resistenza, i media occidentali si siano alleati con le agenzie di spionaggio israeliane e americane per aiutare a rintracciare Qaani e le sue attività", ha affermato Seyyed Reza Sadrolhosseini, un esperto dell'Asia occidentale. "Raccogliere informazioni sui comandanti Quds è notoriamente difficile. Per aggirare questo problema, le autorità hanno probabilmente utilizzato i media occidentali per provocare una reazione dall'Iran. Speravano che la diffusione di queste storie inventate avrebbe alla fine costretto Qaani ad affrontare pubblicamente le voci, rendendolo più facile da rintracciare o esporre i suoi movimenti".
L'esperto ha avvertito che una collaborazione così stretta e frequente con le agenzie di spionaggio danneggerebbe irreparabilmente la credibilità dei media occidentali, un processo che è già iniziato. "La fiducia del pubblico nei media occidentali si sta rapidamente erodendo. Un tempo considerati fonti affidabili di informazione, organi di stampa come Reuters e il New York Times stanno affrontando sempre più controlli e scetticismo, poiché le persone mettono in dubbio la loro aperta volontà di distorcere la verità. I giorni in cui si accettavano ciecamente le loro narrazioni stanno svanendo, poiché un numero crescente di individui cerca fonti alternative di informazione come i social media".