I siriani si mobilitano contro la profanazione del santuario, i militanti di HTS sparano sui manifestanti
Mercoledì decine di migliaia di siriani sono scesi in piazza a Latakia, Tartus, Homs, Hama e Qardaha per protestare contro la profanazione di un santuario alawita ad Aleppo da parte dei militanti di HTS, che ha dato luogo a violenti scontri.
I manifestanti sono usciti allo scoperto dopo che sui social network è circolato un video che mostrava un incendio all'interno del santuario dello sceicco Abu Abdullah al-Hussein al-Khasibi ad Aleppo, con uomini armati che entravano e uccidevano le guardie del santuario, un incidente che ha suscitato la ferma condanna della minoranza alawita.
Secondo quanto riportato da fonti locali, le proteste si sono diffuse dopo che alcuni individui armati hanno aperto il fuoco sui dimostranti a Homs, provocando la morte di una persona e il ferimento di altre cinque.
Le riprese video che circolano sui social media hanno catturato il momento in cui i gruppi armati hanno preso di mira i dimostranti pacifici che esprimevano la loro indignazione per l'attacco al santuario della storica figura alawita, ha riferito Press TV.
La violenza è continuata nella città costiera di Tartus, dove sono scoppiati scontri mortali tra membri del "ministero degli interni" dell'amministrazione HTS e i manifestanti.
Assassinio di tre giudici alawiti
Oltre alle proteste contro l'attacco al santuario, i dimostranti della città di Masyaf, situata nella campagna nord-occidentale di Hama, hanno condannato l'assassinio di tre giudici alawiti, avvenuto appena un giorno prima.
Alcuni residenti hanno affermato che le manifestazioni sono legate alle pressioni e alle violenze verificatesi negli ultimi giorni contro i membri della minoranza alawita.
Secondo i media siriani, giovedì a Homs è stato imposto il coprifuoco dalle 18:00 alle 8:00, mentre le autorità di Jableh e di altre due città hanno annunciato un coprifuoco notturno.
Il nuovo Ministero degli Interni siriano ha affermato sul suo account Telegram che il filmato della distruzione del santuario era obsoleto e si riferiva a precedenti conflitti avvenuti durante la presa di Aleppo a fine novembre.
Tuttavia, questa affermazione non ha placato la rabbia dell'opinione pubblica, che si è radunata in migliaia per protestare, chiedendo che venga fatta giustizia per gli autori degli attacchi al loro patrimonio religioso.
Gli alawiti sono sempre più preoccupati per possibili rappresaglie contro la loro comunità, a causa del loro status di gruppo religioso minoritario e dei loro legami storici con la famiglia al-Assad, tra cui il deposto presidente Bashar al-Assad.
Inoltre, martedì, centinaia di dimostranti hanno protestato nelle zone cristiane di Damasco contro l'incendio di un albero di Natale nei pressi di Hama in Siria. L'HTS ha promesso di ripristinarlo prontamente.
I nuovi leader del Paese si sono ripetutamente impegnati a chiamare a rispondere i responsabili della profanazione dei luoghi di culto, affermando che rispetteranno le credenze e i diritti di tutte le sette e religioni in Siria.
La situazione rimane molto fluida e fragile, con il potenziale rischio di ulteriori scontri, poiché i sentimenti settari continuano a ribollire a causa dell'attuale instabilità politica e delle pressioni sui gruppi minoritari.