TEHERAN - La missione permanente dell'Iran presso le Nazioni Unite ha annunciato che la Repubblica islamica pianificherà strategicamente i tempi e i metodi della sua risposta all'assassinio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh.
La dichiarazione della missione delle Nazioni Unite a New York giunge in un momento in cui si specula se l'Iran abbia intenzionalmente rinviato la sua risposta finché non saranno più chiari i risultati delle discussioni sul cessate il fuoco a Gaza.
"I tempi, le condizioni e l'esecuzione della risposta dell'Iran saranno attentamente coordinati per garantire che avvenga in un momento di massima sorpresa; potenzialmente, quando la loro attenzione è rivolta al cielo e ai loro sistemi radar, potrebbero essere colti di sorpresa da terra o forse attraverso una combinazione di entrambi", ha affermato la missione in un comunicato mercoledì sera.
Due giorni di negoziati a Doha, facilitati da Qatar ed Egitto e che hanno coinvolto Stati Uniti e Israele, si sono conclusi venerdì senza una risoluzione, sebbene siano previsti ulteriori colloqui per la prossima settimana al Cairo. Hamas ha optato per l'uscita da queste discussioni.
La missione ha sottolineato che “l’Iran calibrerà meticolosamente la sua risposta per prevenire qualsiasi potenziale conseguenza negativa che potrebbe influenzare un possibile cessate il fuoco”.
Inoltre, ha osservato che la risposta dell'Iran mirerà a raggiungere due obiettivi principali: punire l'aggressore e rafforzare la deterrenza.
"Innanzitutto, è essenziale penalizzare l'aggressore per i suoi atti di terrorismo e le violazioni della sovranità nazionale dell'Iran. In secondo luogo, deve rafforzare le capacità deterrenti dell'Iran per instillare un significativo rammarico nel regime israeliano, agendo così come deterrente contro qualsiasi futuro atto di aggressione", ha concluso la dichiarazione.
Haniyeh è stato ucciso in un attacco mirato alla sua residenza nel nord di Teheran, poco dopo aver partecipato all'insediamento del neoeletto presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, il 31 luglio.
L'ayatollah Seyed Ali Khamenei, leader della rivoluzione islamica, ha promesso di fornire una "dura risposta" a questo audace atto di terrorismo sul suo territorio come mezzo per punire il regime israeliano.