Prima che l'Iran lanciasse un massiccio attacco missilistico contro Israele, la Forza Quds, il braccio armato dell'esercito iraniano responsabile della guerra per procura, ha ribadito la sua missione principale: l'eliminazione di Israele.
Yadollah Javani, un'importante figura militare e vice politico dell'IRGC, ha annunciato esplicitamente questa missione per la prima volta durante un incontro politico con il personale dell'IRGC nella provincia nord-occidentale dell'Iran di Qazvin, come riportato da Javan Online, una pubblicazione strettamente legata all'IRGC.
Martedì sera Teheran ha lanciato oltre 100 missili balistici contro Israele, affermando che l'attacco era una rappresaglia per l'uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e del comandante delle Guardie della Rivoluzione islamica Abbas Nilforoushan, entrambi uccisi in recenti attacchi israeliani.
I commenti di Javani, fatti appena prima degli attacchi missilistici dell'Iran, riflettono un cambiamento. Tradizionalmente, la Forza Quds si è affidata a tattiche indirette contro Israele, utilizzando la guerra asimmetrica e le forze per procura. Ora, l'Iran sembra muoversi verso uno scontro più diretto, segnalando una coraggiosa escalation nel suo approccio.
Un funzionario dell'IRGC ha sottolineato l'importanza di questa politica, affermando che l'eliminazione di Israele è un impegno di lunga data del governo islamico iraniano, e che la Forza Quds è stata creata dalla Guida Suprema proprio per raggiungere tale obiettivo.
"La politica della Repubblica islamica è l'eradicazione dell'esistenza del regime sionista. Il Leader della Rivoluzione e il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) considerano questo un impegno. Il Leader, in continuazione dell'Imam Khomeini (che la sua anima riposi in pace), ha seguito questa politica, creando una forza chiamata Forza Quds, la cui missione è chiara", ha affermato Javani.
"La rivoluzione islamica e la nuova civiltà islamica hanno nel loro programma l'eliminazione di Israele", ha aggiunto Javani.
Il leader supremo iraniano Ali Khamenei, che in precedenza aveva giurato che l'uccisione da parte di Israele del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah "non sarebbe rimasta invendicata", sarebbe stato trasferito in una località segreta a fine settembre, secondo quanto riportato da Reuters. Teheran si era precedentemente astenuta dal vendicarsi per l'assassinio ampiamente percepito come umiliante del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh in una guesthouse di Teheran a luglio.
Secondo alcuni funzionari che hanno parlato con il New York Times, i conservatori dell'establishment della Repubblica islamica spingevano per una rappresaglia diretta, mentre i cosiddetti moderati avrebbero preferito evitare una guerra totale.
Domenica, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha condannato l'uccisione del vice comandante delle Guardie della Rivoluzione islamica (IRGC) Abbas Nilforoushan da parte di Israele a Beirut, definendola un "crimine orribile" che non sarebbe rimasto senza risposta.
Questa settimana, il sito di notizie riformista Etemad Online ha pubblicato un'intervista con un analista di politica estera iraniano, Reza Nasri, che si è espresso principalmente contro il confronto militare diretto con Israele, affermando che tali azioni hanno storicamente rafforzato Israele attraverso il sostegno degli Stati Uniti e della comunità internazionale. Invece, Nasri ha sostenuto una strategia di "morte per mille tagli": uno sforzo prolungato per indebolire Israele attraverso pressioni economiche, politiche e demografiche. Nasri aveva inoltre suggerito di concentrarsi sulla creazione di instabilità interna in Israele, bloccando l'immigrazione e danneggiando la reputazione globale di Israele.
Dopo l'uccisione di Nasrallah, Nasri ha pubblicato un tweet sulla sua pagina X paragonando il leader di Hezbollah, ampiamente noto per il suo coinvolgimento in violente attività militanti, a Nelson Mandela, icona mondiale della non violenza e della riconciliazione.
I funzionari iraniani, tra cui la figura politica e militare Hossein Kanani Moghadam, affiliato all'IRGC, hanno sottolineato che qualsiasi decisione di intensificare le o di entrare in conflitto aperto spetta in ultima analisi alla Guida Suprema.
Parlando al media centrista Fararu, Moghadam aveva sottolineato che Hezbollah è entrato in uno scenario di "guerra aperta", in cui non ci sono linee rosse per le future operazioni contro Israele, il che indica che tutte le forme di ritorsione sono sul tavolo.